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Archive for the ‘Giacomo Mastrosimone’ Category

Le perle del Trecento

In questo mondo una cosa si perde ed una si trova. A mio malincuore è venuto a mancare all’affetto dei suoi cari, due mesi or sono a questa parte, il mio carissimo amico Giovanni Van Brathschen, affermato bibliofilo tedesco, naturalizzato sammarinese e attivo presso la biblioteca cateriniana (seminario S. Caterina, in Pisa), il quale, prima della sua dipartita, ha voluto farmi lascito di un preziosissimo volumetto ignoto ai più. Come potrà essere sorto in voi il dubbio, mi riferisco, miei direttissimi lettori e, voglio ben sperare con tutta la parte di cuore concessami, miei discepoli nell’opere letterarie che io, come sono solito, recensisco, al Cronica conventus antiqua Sancte Katerine de Pisis, scritto strepitoso del Peccioli. Rileggendo con cura più e più volte tale volumetto, dal recalcitrante gusto proteso ad una narrazione visionaria, mistica, ma al contempo, agevole e altisonante, mi sono sempre più avvicinato alla vita e alle altre opere del Cavalca; quasi lui, con quello spirito di religioso guerriero, s’insinuasse un rivisitato Mosè allegorico che spalanca le onde e i flutti marittimi al popolo eletto e pregiudicato d’Israele, affinché potesse giungere in una terra più ricca e fertile.

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Le perle del Duecento

Il mese scorso ho avuto il privilegio di assistere ad una conferenza divulgativa organizzata dall’associazione Sodalitas Latina Mediolanensis dal titolo SA.De.M.BE (Salus de Medioevalibus Beniis), dove sono stati letti dei passi tratti dai celeberrimi poemetti allegorici firmati niente di meno che Bonvesin Della Riva e Giacomino da Verona. Il primo autore costituisce un esempio campanilistico di orgoglio milanese intarsiato ad arte retorica e sviluppato secondo i canoni caratteristici della koinè lombarda, in frammenti di raffinatezza stilistica e di lirismo che portano il lettore ad un passo dalla “Ianua Celeste”. Il secondo poeta, invece, frate francescano, fu autore di due piccoli poemi didascalici in quartine monorime dal sapore brioso e vagheggiante in un contesto di contrizione religiosa.

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